RISULTATI 2019 – Si allarga nel 2019 la perdita di ePrice in presenza di ricavi in discesa, e il patrimonio netto si riduce notevolmente, va oi considerato che i dati sono stati rivisti nel Consiglio di amministrazione del 2 giugno 2020 a causa dell’emergenza Covid-19. Il giro fatturato consolidato è passato da 167 a 131 milioni (-21,6%) ed in tale ambito le vendite di prodotti, in particolare quelle di elettronica ed elettrodomestici, sono scese del 21,9% a 116,9 milioni. I ricavi da servizi e altri ricavi sono diminuiti in misura meno marcata passando da 14,7 a 13,7 milioni (-6,8%). Il Gross Merchandise Volume, vale a dire la spesa effettiva dei clienti sui siti e-commerce del gruppo e sul Marketplace (che include 2.000 merchants), è anch’esso sceso del 21,4% 184,2 milioni. Nel periodo sono stati gestiti 555.000 ordini (-26,3% rispetto al 2018), con un valore medio di 269 euro, in crescita del 5,9% per effetto del mix più favorevole in termini di categorie di prezzo elevato nei grandi elettrodomestici; il numero degli acquirenti è invece diminuito del 21,8% a 382.000 unità. In linea col trend dei ricavi anche i costi per consumi di materie prime sono diminuiti (-21,8% a 104,2 milioni), mentre meno accentuata è stata la flessione dei costi per servizi (-15,1% a 32,35 milioni): il gruppo ha adottato una politica di contenimento dei costi commerciali e di marketing (-6,9% a 9,2 milioni), mentre quelli di logistica sono diminuiti (-10,4% a 13,1 milioni) in relazione al calo dei volumi di vendita degli elettrodomestici. In tale ambito sono invece aumentati i costi di IT (+9% a 2,4 milioni) e quelli per consulenze e collaboratori (da 1 a 1,7 milioni). Il costo del personale è passato da 8,2 a 9,1 milioni (+10,7%), a causa del consolidamento della società Installo e dei costi per l’uscita di alcuni dirigenti. L’incidenza dei costi allarga il deficit dei margini già a partire dall’Ebitda che peggiora salendo da -8,8 a -14,2 milioni; su base rettificata in entrambi gli esercizi dell’effetto del principio contabile IFRS 16 e dell’impatto del piano di stock otions, il valore sarebbe passato -7,6 a -13,2 milioni. Gli ammortamenti sono incrementati da 8,1 a 11,1 milioni, e le svalutazioni di crediti sono salite da 0,6 a 1,4 milioni. Inoltre nel 2019 sono state evidenziate svalutazioni di immobilizzazioni per complessivi 10,4 milioni (assenti l’anno prima), di cui 7,6 milioni per impairment test e 3,8 milioni per immobilizzazioni materiali (cespiti presso il magazzino di Truccazzano). Così la perdita operativa è balzata da 17,5 a 38,2 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è migliorato, passando da 1,6 a 0,9 milioni, in presenza al 31/12/2019 di un indebitamento finanziario netto di 6,9 milioni a fronte di una liquidità netta di 6,7 milioni a fine 2018, sia per l’effetto dell’IFRS 16 (senza il quale al 31/12/2019 vi sarebbe stato un indebitamento netto pari a 3,8 milioni), sia per l’assorbimento di cassa della gestione operativa, pari a 8,2 milioni, nonché per gli investimenti. La perdita ante imposte è così balzata da 17,9 a 39,3 milioni e, dopo le imposte pari a 7 milioni, non presenti nel 2018, si giunge alla perdita netta di funzionamento di 46,3 milioni.I proventi da attività cedute sono passati da 3,3 a 3,8 milioni: nel 2019 l’importo è riferito ancora una volta alla quota di earn-out maturata a seguito del verificarsi di talune condizioni previste contrattualmente dalla cessione della divisione Vertical Content a Mondadori, nonchè alla definizione dell’importo di earn-ou” relativo alla cessione di Bnk4 Saldiprivati. Dopo lo scomputo di una quota di perdita di competenza di terzi salita da 0,2 a 0,6 milioni, la perdita netta è infine balzata da 14,4 a 41,9 milioni. Il patrimonio netto si riduce così da 49,4 milioni a fine 2018 a circa 7 milioni.
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