RISULTATI 2019 - Margini reddituali in crescita per Tod’s (con il contributo di proventi da cessione immobili) nell’esercizio 2019, anche se l’utile netto è stato penalizzato da una maggiore incidenza fiscale. Il giro d’affari è però sceso del 2,6% a circa 916 milioni (-3,7% a cambi costanti). I marchi del gruppo sono risultati tutti in flessione ad eccezione di Roger Vivier (+15,5%, e +13,7% a cambi costanti, a 200,5 milioni), con ottimi riscontri sulle nuove famiglie di prodotto e un andamento positivo in tutte le aree geografiche in cui il marchio opera. Sono invece scese le vendite di Tod’s (-7,4%, e -8,7% a cambi costanti, a 461,8 milioni, nonostante positivi risultati per il canale retail e il nuovo progetto T Timeless di calzature e pelletteria), Hogan (-4,7% e -5% a cambi costanti, a 196,5 milioni; crescita a doppia cifra dei ricavi in Greater China) e Fay (-8%, e -8,1% a cambi costanti, a 56,3 milioni per la persistente debolezza del mercato domestico). Per quanto riguarda l’andamento dei diversi settori merceologici, i ricavi delle calzature sono scesi dell’1,7% a 730,7 milioni (-2,8% a cambi costanti), quelli di pelletteria e accessori del 5,4% a 121,7 milioni (-7,3% a cambi costanti, anche se è stato favorevole il riscontro delle nuove borse a marchio Tod’s) e quelli dell’abbigliamento del 6,7% a 62,7 milioni (-6,9% a cambi costanti) essenzialmente per la debolezza del marchio Fay. Le vendite in Italia sono diminuite del 7,7% a 260,6 milioni, nel resto d’Europa del 2,6% a 237,6 milioni (-2,9% a cambi costanti), e nelle Americhe del 3,2% a 70,6 milioni (-7% a cambi costanti). Invece nella Greater China vi è stato un incremento del 2,3% a 215,1 milioni (+0,4% a cambi costanti), e nel resto del mondo dello 0,8% a 132,1 milioni (ma -1,4% a cambi costanti). Il canale Retail ha visto una crescita del 6,2% a 645,8 milioni (+4,8% a cambi costanti), mentre il Wholesale è sceso ben del 18,8% a 270,2 milioni (-19,2% a cambi costanti). Al 31/12/2019 la rete distributiva del gruppo contava 290 DOS e 115 negozi in franchising (rispettivamente 284 e 120 a fine 2018). I costi per consumi di materie prime sono scesi ben del 10,5% a 244,1 milioni, e gli altri costi operativi, per effetto dell’IFRS 16, si sono quasi dimezzati (-47,5% a 91,6 milioni). I costi per servizi sono saliti solo dell’1,7% a 238,7 milioni, mentre il costo del personale è aumentato del 7,8% a 213,9 milioni in presenza di un numero di dipendenti passato da 4.705 a 4.815 unità per l’espansione della rete distributiva diretta. Nel 2019 Tod’s ha evidenziato un provento non ricorrente di 97,5 milioni legato alla cessione dell’immobile di Omotesando. Pertanto l’ebitda è più che raddoppiato, balzando da 118,3 a 255,4 milioni; ed anche se gli ammortamenti, per effetto dell’IFRS 16, sono balzati da 43,1 a 149,2 milioni (anche gli accantonamenti sono passati da 3,5 a 5,2 milioni), l’ebit è balzato del 40,8% a 101,1 milioni. A livello rettificato del provento non ricorrente, l’ebitda sarebbe ammontato a 150,2 milioni e l’ebit a 104,4 milioni, comunque entrambi in aumento rispetto al 2018. Il saldo negativo della gestione finanziaria è però decisamente peggiorato, passando da 6 a 24,1 milioni sempre in relazione all’applicazione del principio contabile IFRS 16; del resto al 31/12/2019 l’indebitamento finanziario netto però ammontava a 451,2 milioni a fronte di 75,3 milioni a fine 2018. Ma non considerando l’IFRS 16, anche grazie all’incasso della vendita dell’immobile di Omotesando, al 31/12/2019 l’indebitamento finanziario netto sarebbe stato pari a soli 12,1 milioni. L’utile ante imposte è comunque aumentato da 65,8 a circa 77 milioni (+17,1%). Ma dopo imposte per 31,33 milioni (tax rate in forte aumento dal 29,3% al 40,7%) ed al netto di una quota di perdita di competenza di terzi poco variata a 0,6 milioni, si è giunti a un utile netto di 46,3 milioni, l’1,8% in meno rispetto ai 47,1 milioni al 31/12/2018. Era stato annunciato un dividendo di 0,6 euro per azione, in pagamento dal 24 giugno 2020; ma in seguito il Consiglio di Amministrazione, in considerazione della perdurante emergenza da Covid-19, ha deciso di destinare l’utile a riserve. |