"Sono soddisfatta perché abbiamo trovato una grande apertura e una grande consapevolezza del problema che abbiamo posto. Ovviamente nel corso dell'incontro ci ho tenuto a ribadire che non si può fare una narrazione solo del costo di certe misure: è riduttivo. Bisogna anche dire quanto il Superbonus ha contribuito al Pil".

Lo ha detto alla Stampa la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, dopo l'incontro a palazzo Chigi con il governo sul Superbonus.

Secondo Brancaccio è sbagliato parlare di 110 miliardi di costi "perché in questi due anni, oltre a far crescere in maniera significativa il Pil, questo tipo di interventi ha generato gettito aggiuntivo, ha creato occupazione e favorito il risparmio energetico".

All'Ance sta a cuore innanzitutto la questione del pregresso, i 15 miliardi di crediti incagliati che poi ieri si è scoperto essere lievitati a 19. "Il governo ha intenzione di consentire alle banche di utilizzare i crediti fiscali generati dai bonus in compensazione agli F24, prima quelli diretti e poi solo in caso emergenziale anche quelli di correntisti. Ovviamente c'è un problema di tempi e per quello ci vuole una norma ad hoc", ha spiegato Brancaccio.

Con questi F24 si riusciranno ad assorbire tutti i crediti bloccati "perché stando al governo in questo modo si apre uno spazio fiscale aggiuntivo, oltre a quello legato alle imposte dirette, pari a 30 miliardi. Oltre a questo, però, credo che occorra valutare una moral suasion sulle grandi partecipate pubbliche, penso ad Eni, Enel, ma anche Rfi, che potrebbero a loro volta intervenire per cominciare a muovere il mercato dei credito". Per ora il governo "non ci ha di detto di no".

Dell'intervento di Cassa depositi e Sace "al tavolo col governo questo tema non è stato proprio toccato. Poi sarebbe una misura che richiede tempo e quindi non risponde all'emergenza".

Di eventuali correttivi al decreto appena varato si "parlerà in sede di conversione. A nostro giudizio i correttivi devono riguardare i lavori nelle zone del sisma e il sisma bonus acquisti". Com'è congegnato adesso il provvedimento limita molto la possibilità di accedere ai bonus ad esempio agli incapienti, a chi oggi versa poche tasse. "A breve verrà istituito un tavolo tecnico per affrontare questi temi e anche per discutere di una misura stabile per il futuro. Il governo deve dire quanto intende mettere a disposizione degli incentivi destinati alla riqualificazione energetica in modo tale da poter poi modulare una proposta, ad esempio riaprendo la possibilità di cedere il credito sotto certe soglie di reddito".

Se non si interviene, in futuro questo tipo di interventi resteranno un affare per pochi proprietari di immobili: "prima che ci fosse la possibilità di cedere i crediti fiscali si facevano 2900 interventi l'anno, dopo circa 200.000", ha concluso.

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