Occorre una misura ponte, una risposta veloce per tranquillizzare imprese, cittadini e professionisti, utile a sbloccare i 19 miliardi di crediti fiscali incagliati, generati dal Superbonus e dagli altri bonus edilizi. Una qualche forma di intervento deve arrivare prima della conversione dell'ultimo decreto, varato dal governo lo scorso 17 febbraio, che interviene ancora sulla normativa del bonus 110% e prevede lo stop allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti.

Questa la posizione dell'associazione nazionale dei costruttori edili. "Serve dare un segnale", spiega a MF-Milano Finanza la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio. «Nelle more degli altri interventi allo studio, potrebbe essere utile rassicurare il mercato, magari con un intervento delle partecipate. Uno strumento ponte in attesa che si concluda l'iter parlamentare del decreto e si mettano in atto le possibili misure allo studio. Imprese, professionisti, cittadini, condomini sono allo stremo con il rischio che esploda una bomba socio-economica".

Domanda. Presidente, il tavolo tecnico convocato dal ministero dell'Economia mercoledì 22 febbraio ha rinviato al primo marzo ogni decisione, in attesa di dati Istat ed Eurostat sulla nuova classificazione dei crediti e sul deficit. Come imprese avete comunque avuto rassicurazioni?

Risposta. L'incontro è servito per affrontare più nello specifico possibili correttivi al decreto. Sappiamo che saranno recepite formalmente modifiche per i territori colpiti dal sisma e sul sisma bonus-acquisti. Su questi temi c'è la disponibilità a intervenire e se ne discuterà nei sessanta giorni di tempo dell'iter di conversione del provvedimento. Resta tuttavia la criticità dei crediti incagliati. Nel precedente tavolo politico di lunedì 20 febbraio c'era stata un'apertura rispetto alla proposta formula da noi di Ance e dall'Abi di utilizzare gli F24 dei correntisti.

D. E poi?

R. Il governo ha precisato che si tratta di una misura straordinaria. Si stanno facendo approfondimenti sulla residua disponibilità fiscale delle banche. Nel caso non fosse sufficiente ad assorbire i crediti ci potrebbe essere la possibilità di utilizzare gli F24 dei correntisti.

Stiamo però parlando di un allarme precedente al decreto del 17 febbraio.

Serve quindi una misura ponte per agire velocemente.

D. Data l'urgenza il governo ha spiegato se una tale soluzione richiederà un nuovo decreto o un qualche altro intervento, penso ad esempio a una circolare dell'Agenzia delle Entrate?

R. Per adesso posso dire che occorre dare un segnale. In passato abbiamo però visto come circolari dell'Agenzia siano in qualche modo intervenute con valore normativo.

D. Quando chiamate in causa le partecipate a chi pensate?

R. Prendiamo Cassa Depositi e Prestiti. Secondo quanto emerge ha comprato appena l'1% dei crediti. Cdp è intervenuta tante volte in caso di situazioni di imprese in difficoltà. In questa fase transitoria un suo intervento sarebbe un segnale. Lo stesso ragionamento può valere per Eni e per Ferrovie. È la logica che ha spinto l'intervento di alcune Regioni, poi bloccate. Se le amministrazioni regionali si sono mosse è perché hanno il polso di cosa sta succedendo sul territorio.

D. Avete già fatto una stima approssimativa di quanti cantieri potrebbero fermarsi nei prossimi mesi?

R. Secondo le nostre valutazioni sono a rischio più di 25mila aziende, il che potrebbe voler dire circa 90mila cantieri. Ovviamente non tutti si fermeranno. C'è chi avrà adeguata capacità fiscale, chi potrà ricorrere alle banche. La dimensione del fenomeno è però preoccupante. Quanto costerà il fallimento delle imprese, al di là comunque del costo di una misura che in media ha subito modifiche ogni 45 giorni. In questo modo si mina la fiducia tra Stato e cittadino. Adesso bisogna recuperare nelle more dell'iter di conversione. E su questo punto abbiamo trovato consapevolezza del problema.

D. Ci sono molte polemiche sulla direttiva Ue per la casa green. Un altro punto su cui l'industria delle costruzioni sarà impegnata in primo piano. Si è parlato anche di questo durante i tavoli di discussione del governo?

R. Sarà importante ragionare su misure serie e stabili. Su strumenti di lungo periodo e che tengano in conto anche i redditi dei beneficiari. In questo modo sarà possibile anche andare in Europa e chiedere risorse. In caso contrario non è possibile per le imprese fare programmazione. Un riordino dei bonus edilizi sarà comunque fatto. Anche se, come fatto emergere da Bankitalia, guardando a tutti gli incentivi, quelli per l'edilizia sommano per il 30% del totale.

D. Bankitalia ha evidenziato anche il ruolo svolto dal Superbonus per li investimenti addizionali.

R. Incentivi fiscali c'erano anche prima del superbonus, con percentuali più basse. Ma se allora generavano circa 2.900 interventi, con la possibilità di cedere il credito siamo passati a 200mila. È questo che ha fatto schizzare la misura. Chi non ha liquidità o capienza fiscale, i lavori non li fa.

red

fine

MF-DJ NEWS

2709:14 feb 2023

 

(END) Dow Jones Newswires

February 27, 2023 03:15 ET (08:15 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Eni (BIT:ENI)
Graphique Historique de l'Action
De Juil 2024 à Août 2024 Plus de graphiques de la Bourse Eni
Eni (BIT:ENI)
Graphique Historique de l'Action
De Août 2023 à Août 2024 Plus de graphiques de la Bourse Eni