Ex Ilva: ultima chiamata (MF)
20 Octobre 2023 - 8:27AM
MF Dow Jones (Italian)
ROMA (MF-NW)--Mancano pochissimi giorni all'assemblea di
Acciaierie d'Italia del 26 ottobre e oggi, davanti a Palazzo Chigi
andrà in scena la protesta dei sindacati che rappresentano gli
oltre 10mila lavoratori dell'ex Ilva. Sulla governance del gruppo,
controllato per il 62% da Arcelor Mittal, pesa anche la possibile
uscita di scena del presidente, Franco Bernabé, che ha rimesso il
mandato nelle mani del governo.
Il gruppo, scrive MF-Milano Finanza, è in forte crisi di
liquidità, tanto da non poter nemmeno pagare i nuovi fornitori del
gas. Scorrendo il bilancio 2022 di Invitalia, il socio pubblico di
Acciaierie d'Italia (38%), emerge che i ricavi per 3,9 miliardi di
euro sono stati erosi per oltre l' 80% dall'assorbimento di cassa
dovuto all'incremento del costo delle materie prime e in
particolare del gas, nonostante i 550 milioni di benefici
determinati dal credito di imposta del Decreto energivori. Per
l'Eni, che ha interrotto i rapporti con Acciaierie d'Italia mesi
fa, nel 2022 era stata già emessa una garanzia commerciale di 123
milioni di euro. E oggi i nuovi rincari dell'energia rappresentano
un ulteriore aggravio per le casse. Secondo il presidente Bernabè
«il quadro generale di sostegno e attenzione del socio pubblico per
rendere realizzabile il piano di decarbonizzazione ha trovato un
ostacolo nella difficoltà di Acciaierie ad accedere a forme di
finanziamento di mercato.
Non avendo la proprietà degli impianti», ha spiegato il manager
nell'audizione alla Camera del 17 ottobre, «e avendo l'accordo tra
azionisti una durata limitata la società non può finanziare
l'ingente circolante con il credito commerciale». Il contratto
d'affitto dei rami d'azienda ex Ilva è stato prorogato al 31 maggio
2024, senza un accordo col socio privato non basta. Si guarda
all'emendamento al DL SalvaInfrazioni (articolo 9 bis del DL
69/2023) che prevede la possibilità di acquisto, da parte del
gestore, degli asset industriali posti sotto sequestro giudiziario
e in capo alla Amministrazione straordinaria, ma il fattore tempo è
cruciale. «Questo decreto consentirà in futuro, se non
interverranno altre difficoltà, un finanziamento autonomo
dell'impresa», spiega Bernabè. «Si tratta però di una prospettiva
di lungo periodo che non contribuisce a soddisfare le stringenti
esigenze finanziarie della società nel brevissimo periodo».
I negoziati che il governo ha avviato direttamente col socio
privato Arcelor Mittal per verificarne la disponibilità a sostenere
il piano di rilancio, infatti, non sono ancora arrivati a una
conclusione. L'altra ipoteca sul futuro riguarda la riforma europea
del sistema di scambio delle quote di emissione Ets (Emission
Trading System) di CO2. Dal 2026 si abbasseranno le quote gratuite
di certificati verdi che Acciaierie d'Italia deve possedere per
produrre con gli impianti attuali. Senza l'apporto della
controllata Dri d'Italia, senza forni elettrici e cattura della
CO2, il sito di Taranto dovrà perciò acquistare i certificati verdi
con un aggravio di costi al momento insostenibile.
alu
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