ROMA (MF-NW)--Dopo l'ok del cda di Tim all'offerta di Kkr, il governo conferma la validità dell'operazione e difende il progetto, ma c'è chi considera la vendita della rete come qualcosa che condurrà allo smantellamento di una impresa strategica con il conseguente rischio per la tenuta dei livelli occupazionali.

GIORGETTI, VIVENDI HA I SUOI DIRITTI MA PROGETTO RETE È QUELLO

"Vivendi ha i suoi diritti e li esercita. Il Mef ha partecipato al'offerta. Abbiamo fatto una proposta e il consiglio di amministrazione l'ha accettata. Adesso ovviamente gli azionisti hanno i loro diritti e li faranno valere nelle sedi opportune però il progetto è quello", ha affermato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo

Giorgetti, a margine di un convegno a Varese.

URSO; D'ACCORDO CON GIORGETTI, VIVENDI HA SUOI DIRITTI MA PROGETTO NETCO È QUELLO

"Come ha giustamente rilevato il ministro Giorgetti, ogni azionista ha sempre la facoltá di esercitare i propri diritti nelle sedi opportune", ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. "Il progetto del governo è stato chiaro sin dall'inizio al fine di consentire la piena connettivitá del territorio italiano con una rete nazionale efficiente e competitiva. Per questo il Mef ha partecipato all'offerta NetCo, su cui ha deliberato ieri il cda di Tim", ha proseguito Urso.

PESOLE (PD), INACCETTABILE SMANTELLARE IMPRESA STRATEGICA

"La vendita della rete Tim, decisa secondo le logiche finanziarie di un ristretto gruppo di azionisti, non risponde a logiche di mercato e tantomeno industriali. Siamo preoccupati per questa decisione presa con l'assenso e l'appoggio decisivo del Governo, che impegna oltre 2 miliardi e mezzo di risorse pubbliche per acquisire una quota minoritaria della nuova societa', senza che cio' garantisca un controllo pubblico della rete", ha dichiarato Annarosa Pesole, responsabile dipartimento Transizione digitale per il Pd. "E' inaccettabile che il Governo Meloni, che professa a parole la difesa di sovranita' tecnologica, nei fatti dia impulso allo smantellamento di una impresa strategica, per dar vita - ha proseguito l'esponente del Pd - ad una incerta operazione finanziaria, cedendo di fatto la Rete sotto controllo straniero e mettendo a rischio le prospettive di crescita dell'azienda e di migliaia di lavoratori e lavoratrici, e senza ricercare un confronto politico su temi di tale vitale importanza da cui dipende l'autonomia strategica di questo Paese. Cio' avviene in assenza di qualsiasi disegno di politica industriale per il Paese, che - conclude Pesole - sta portando al deterioramento del tessuto produttivo nazionale, come gia' dimostrato anche dalle crisi di Magneti Marelli e Ilva".

CONTI (UGL TLC); CONTRARI A SCORPORO RETE, GOVERNO SALVAGUARDI AZIENDA

"All'indomani della decisione del cda di Tim di accettare la proposta di acquisto da parte del Fondo Kkr resta la nostra posizione iniziale di contrarietà allo scorporo della Rete, augurandoci che il contenzioso promesso da Vivendi non trasformi la Società in un campo di battaglia legale, lasciando sul campo migliaia di famiglie", ha detto il segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti. "Ora più che mai la nostra attenzione deve essere mirata ad evitare che i lavoratori del Gruppo TIM, i veri convitati di pietra di tutta la vicenda, diventino l'agnello sacrificale sull'altare dei bilanci aziendali. Occorre salvaguardare l'occupazione per i prossimi anni, così come i vari Governi hanno continuamente ribadito, garantendolo, nel corso di questa infinita vertenza", ha concluso Conti.

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0615:00 nov 2023

 

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