Petrolio: Tripoli fa appello a Eni&C (MF)
07 Décembre 2022 - 9:28AM
MF Dow Jones (Italian)
Nella corsa a lasciare la Russia e ad assicurarsi altrove nuovi
approvvigionamenti di gas e petrolio, c'è un Paese che è rimasto in
secondo piano nonostante le immense riserve: la Libia. Un ruolo più
defilato rispetto, per esempio, all'Algeria, soprattutto a causa di
questioni di sicurezza.
Ma ora Tripoli torna a fare sfoggio di tranquillità. Per questo,
scrive MF-Milano Finanza, il campione nazionale Noc (National oil
corporation) ha chiamato a raccolta le compagnie energetiche
internazionali, da Eni a Bp, Total, ConocoPhillips, Omv e Repsol,
alle quali è legato da accordi e joint venture, con una richiesta:
revocare la forza maggiore che tiene ferme le attività di
esplorazione e dare nuovo slancio alla produzione. "Noc è pronta a
fornire tutto il supporto necessario per riprendere le operazioni,
oltre ad assistere le società partner e garantire un ambiente di
lavoro sicuro in collaborazione con le autorità civili e militari
dello Stato libico", scrive il gruppo.
L'appello alle oil company sarebbero stati preceduti da due
incontri distinti con manager di Eni e Total nel quartier generale
di Noc, serviti anche a fare il punto sulle attività avviate.
Sempre stando al gruppo libico, negli incontri sarebbero stati
discussi programmi di rilevamento sismico, perforazioni esplorative
e studi geologici e geofisici preliminari alle attività. In realtà,
almeno per quanto riguarda Eni l'appello libico è pleonastico. Il
Cane a sei zampe, infatti, non ha mai lasciato il Paese, e sta già
aprendo a nuovi progetti. "Siamo sempre stati là, la nostra
produzione è stabile", ha detto l'ad Claudio Descalzi, "Stiamo
discutendo nuovi progetti, perché abbiamo scoperto molto petrolio,
e in particolare gas".
A fine agosto Descalzi aveva incontrato a Roma il presidente di
Noc, Farhat Omar Bengdara, confermandogli "la volontà di lanciare
una nuova fase di investimenti volti a incrementare la produzione
di gas, facendo leva sul significativo potenziale esplorativo e
sugli impianti esistenti che garantiscono l'accesso al mercato
domestico e a quello di esportazione europeo".
L'ad di Eni aveva anche condiviso il piano di Noc per
incrementare la produzione nazionale libica fino a 2 milioni di
barili al giorno. Negli anni di attacchi e sabotaggi effettuati
dalle milizie del generale Haftar, si è dimezzata, scendendo a
600mila barili al giorno. Ora si è riportata a 1,2 milioni con
tendenza a salire (il dato del 6 dicembre è di 1,26 milioni), ma è
ancora lontana dall'obiettivo.
red
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