Nuova mossa in casa Eni per riorganizzare le varie attività per separare il business oil dal non oil e ordinare, così, gli asset sostenibili del gruppo.

La scorsa settimana, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, è stato deciso che a partire dal 2023 sarà operativa Eni Sustainable Mobility spa, nuova società nata dal conferimento, da parte del Cane a sei zampe alla newco, del ramo d'azienda Sustainable Mobility a cui fanno capo gli asset destinati alla raffinazione bio, alla vendita e distribuzione di carburanti (anche di natura biologica), bitumi, lubrificanti e combustibili in genere oltre alle attività di trasporto come quelle di sharing (in pratica il servizio Enjoy).

A questa possibile mossa si era accennato durante il piano industriale a inizio anno, senza fornire alcun dettaglio. In particolare, a tale società Eni conferirà le attività di bioraffinazione, di commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità tra cui i carburanti anche di natura biologica come l'Hvo (Hydrogenated Vegetable Oil) e il biometano, le ricariche elettriche nelle stazioni di servizio e l'idrogeno, i bitumi, lubrificanti e combustibili in genere, e appunto il servizio di car sharing Enjoy.

Secondo i documenti visionati da MF-Milano Finanza, l'operazione è stata votata il 13 dicembre dall'assemblea straordinaria chiamata a ratificare un percorso strutturato in tre aumenti di capitale. Il primo è stato di 39,4 milioni di euro (dai 50mila euro iniziali) con un sovrapprezzo complessivo di 157,6 milioni offerto a Eni tramite l'emissione di 39,4 milioni di nuove azioni prive di valore nominale, con sovrapprezzo di 4 euro. Il secondo aumento di capitale è avvenuto tramite conferimento del ramo d'azienda Sustainable Mobility il quale, in base alla relazione di stima, ha un valore di 1,752 miliardi di euro.

Alla luce di ciò è stato quindi deciso di aumentare ulteriormente il capitale da 39,45 milioni a quasi 241 milioni (per la precisione 240.945.910) e così per 201.495.910 euro tramite l'emissione dello stesso numero di azioni (ma prive di valore nominale), appostando a riserva di sovrapprezzo l'importo di 805.983.640 euro (pari a 4 euro per ogni azioni da emettere) quale differenza tra il valore contabile netto del ramo d'azienda di 1.007.479.550 euro e l'aumento di capitale per 240.945.910 euro.

Infine il terzo aumento di capitale. In questo caso, si legge nelle carte, sarebbe da effettuarsi per l'acquisizione nel 2023 di ulteriori partecipazioni estere, «anch' esse strategiche all'esercizio del ramo d'azienda oggetto del conferimento» e per cui quindi si «richiede al socio un ulteriore aumento del capitale sociale in denaro con sovrapprezzo per coprire parte dei fabbisogni finanziari di tale acquisizione». Così si è provveduto a un ulteriore aumento di capitale, scindibile per massimi 83,8 milioni con un sovrapprezzo complessivo massimo di 335,2 milioni, tramite l'emissione di nuove azioni ordinarie prive di valore nominale, a partire dal 2 gennaio 2023 ed entro l'1 gennaio 2025 in una o più tranche. Tutta l'operazione di conferimento, insomma, ha comportato un aumento di capitale di 1,1 miliardi di euro sottoscritto da Eni e da imputarsi per il 20% a capitale sociale e per il restante 80% a riserva sovrapprezzo azioni.

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December 21, 2022 02:26 ET (07:26 GMT)

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