Borsa: venti di guerra frenano i listini, Milano (-0,46%) a galla con oil e difesa
09 Octobre 2023 - 6:00PM
MF Dow Jones (Italian)
Volano petrolio e gas. Leonardo (+4,8%) la migliore
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 09 ott - Seduta ad alta
volatilità per le Borse europee che, partite già all'insegna della
debolezza, chiudono in rosso, seppure in recupero rispetto ai
minimi di giornata, schiacciate dai timori di una escalation in
Medio Oriente dopo l'attacco di Hamas a Israele nel fine settimana.
Il Ftse Mib milanese, arrivato a perdere nella mattinata l'1,1%,
riduce il calo e chiude a -0,46% a 27.682,5 punti, sostenuto dal
buon andamento del comparto petrolifero, delle utility e della
difesa. I venti di guerra che soffiano da Israele zavorrano al
contrario i settori dei viaggi e delle vendite al dettaglio in
Europa: i rispettivi indici Stoxx 600, i peggiori del Vecchio
Continente, perdono rispettivamente il 2,43% e il 2,04%.
Intanto la Borsa di Tel Aviv ha recuperato il crollo della
seduta di domenica (-6,5%) con il listino Ta-35 che ha chiuso in
progresso dello 0,95%.
Sul versante macroeconomico domina ancora l'apprensione per le
prossime indicazioni sull'inflazione a medio termine a fronte della
nuova fiammata dei prezzi dell'energia con l'ipotesi di nuove
strette monetarie da parte degli istituti centrali.
Tra i principali titoli a Piazza Affari, tiene banco il rally
dei titoli oil, sostenuti dall'andamento del greggio: Tenaris
guadagna il 3,93%, Eni il 2,27% e Saipem l'1,8%. Maglia rosa per
Leonardo che beneficia dell'instabilità geopolitica e chiude in
rialzo del 4,79% sulla prospettiva di eventuali commesse che la
società potrebbe ottenere nell'ambito della difesa e della
sicurezza.
Sul valutario pesano le tensioni in Israele: il cambio tra euro
e dollaro torna a 1,0547 dopo la debolezza generalizzata del
biglietto verde dovuta ai dato sul lavoro americano della scorsa
settimana migliore delle attese che lo aveva spinto in area 1,06
nel fine settimana. Ancora in forte flessione lo shekel israeliano,
nonostante il programma di interventi della Banca centrale fino a
45 miliardi di dollari per limitare la volatilità sul mercato: la
valuta israeliana scambia a un minimo da oltre sette anni e mezzo a
3,95 per un dollaro. Si infiamma il prezzo del petrolio sulla scia
dei timori di un'estensione del conflitto all'Iran con
ripercussioni sulla produzione: il Brent dicembre che scambia in
rialzo del 4% a 88 dollari al barile; in progresso anche il Wti in
scadenza a novembre a 86.36 dollari (+4,3%). Torna a salire il gas
scambiato ad Amsterdam a 43,56 euro al megawattora (+13,939) con i
rischi di un nuovo sciopero in Australia che si sommano a una
perdita sospetta in un gasdotto sottomarino tra Finlandia ed
Estonia.
bla-
(RADIOCOR) 09-10-23 17:45:16 (0552)NEWS,ENE,PA,ASS 3 NNNN
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