Auto: Parigi spinge su incentivi autarchici (MF)
28 Septembre 2022 - 9:21AM
MF Dow Jones (Italian)
Stati Uniti, Cina e Unione europea si preparano alla guerra
degli incentivi. Ieri, scrive Milano Finanza, il ministro delle
Finanze francese, Bruno Le Maire, ha suggerito di riservare i
sussidi all'acquisto alle auto elettriche prodotte in Ue, imitando
la misura adottata poche settimane fa dall'amministrazione
americana.
Potrebbe essere giunto «il momento di limitare i bonus ai
veicoli elettrici prodotti sul territorio europeo o che rispettino
rigorosamente i nuovi standard ambientali», ha sottolineato il
braccio destro di Emmanuel Macron.
«Dobbiamo giocare con le stesse regole se vogliamo difendere le
nostre industrie, i nostri posti di lavoro e la nostra
tecnologia».
Il riferimento polemico di Le Maire è al programma di Biden per
accelerare la transizione elettrica dell'auto a stelle e strisce.
Il piano prevede fino a 7.500 dollari di incentivi per l'acquisto
di vetture elettriche, ma lega l'ammontare dei sussidi ottenibili
dai consumatori alla quota di produzione negli Usa. Più è alta la
percentuale di materie prime, componenti e batterie fabbricati o
assemblati nel Paese, maggiore è l'entità del sostegno pubblico per
i clienti. La misura equipara alla produzione domestica quella
realizzata in Paesi che beneficiano di trattati di libero scambio
con Washington, ossia Messico e Canada. Ma esclude tutti gli altri,
inclusi Ue, Giappone e Corea del Sud. Nei giorni scorsi le autorità
statunitensi hanno pubblicato una lista di veicoli ammissibili agli
incentivi già nel 2022 e di quelli che lo diventeranno nel
2023.
Nell'elenco figurano diversi modelli di Tesla, Rivian, Ford,
Chrysler, Jeep (Stellantis) Hummer e Lincoln, nonché alcune auto a
marchio Mercedes, Bmw, Nissan e Volvo. Risultano invece
prevedibilmente esclusi veicoli assemblati in Europa come la Fiat
500 elettrica (Italia) o la gamma elettrificata di Peugeot, Opel,
Volkswagen e Renault.
Pur mirando ad accelerare lo sviluppo di una filiera elettrica
negli Usa e a ridurre la dipendenza dalla Cina, insomma, il piano
protezionistiico di Biden rischia però di penalizzare anche
l'alleato europeo e i tanti costruttori che dal Vecchio Continente
esportano vetture in Nord America. Non a caso, il provvedimento è
stato bollato immediatamente dalla Commissione Ue come
«discriminatorio verso i produttori stranieri e a vantaggio di
quelli statunitensi». Bruxelles ha minacciato un ricorso
all'Organizzazione Mondiale del Commercio. Dalle dichiarazioni di
Le Maire pare tuttavia desumersi che i governi europei non abbiano
intenzione di attendere i tempi della giustizia internazionale.
Per il momento nessun Paese europeo ha adottato simili
restrizioni all'accesso agli incentivi, ma la proposta francese
potrebbe raccogliere consensi, anche nella nuova maggioranza
italiana.
D'altronde, ancor prima degli Stati Uniti, la Cina ha adottato
da tempo un sistema di incentivi premiante per i costruttori
domestici e ha di recente alzato le barriere all'ingresso nel suo
mercato auto, il primo al mondo. Un'eventuale guerra degli
incentivi fra superpotenze rischia però di trasformarsi in un
inferno produttivo per gruppi globali come Stellantis, Volkswagen e
Ford. Nonostante i recenti sforzi di regionalizzazione, infatti, la
catena produttiva dell'auto è la più globalizzata ed è pertanto
molto vulnerabile, come ha dimostrato la crisi dei chip.
Un'escalation delle tensioni geopolitiche potrebbe interrompere i
canali di approvvigionamento di materie prime e componenti cruciali
per le batterie elettriche.
alu
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2809:05 set 2022
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