ROMA (MF-NW)--Le società quotate e quotande potranno introdurre nei propri statuti il voto maggiorato, arrivando fino a un moltiplicatore dieci, dando quindi più poteri agli azionisti stabili. Per le aziende che decideranno di adottare questo strumento i cambiamenti saranno graduali.

I diritti di voto concessi agli azionisti, quando ciò sarà previsto dallo statuto, cresceranno infatti di anno in anno, assieme alla durata dell'investimento. La possibilità di arrivare fino a un massimo di dieci voti per azione sarà quindi diluita nell'arco temporale di un decennio. La novità, scrive MF-Milano Finanza, è stata introdotta con un emendamento al ddl Capitali approvato ieri in commissione Finanze al Senato, dove il disegno di legge per rafforzare la competitività di Piazza Affari è in discussione.

Il meccanismo ricalca quanto suggerito a metà luglio in audizione davanti alla stessa commissione da Sergio Erede, storico avvocato di Leonardo Del Vecchio. Il tema della governance è reso caldo dalla battaglia in corso per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Mediobanca e poi, tra un anno e mezzo, di quello di Generali (che nell'aprile 2022 vide scontrarsi due liste contrapposte, una del cda e una degli azionisti Del Vecchio e Caltagirone). Come calcolato lo scorso luglio da MF-Milano Finanza, un moltiplicatore maggiore di quello concesso ora alle quotate (due voti per azione) potrebbe rivelarsi un ciclone per società come Generali Assicurazioni, Tim o Banco Bpm. Già con un multiplo di tre potrebbe modificare radicalmente gli equilibri tra azionisti. Figurarsi per dieci, livello che comunque sarà raggiunto in due lustri.

Una robusta maggiorazione dei diritti di voto in assemblea per i soci di lungo periodo è un argomento che, a ridosso dell'estate, aveva monopolizzato il dibattito attorno al ddl Capitali. Il meccanismo, infatti, è uno dei punti di forza della legislazione olandese e proprio nei giorni in cui il disegno di legge iniziava il suo percorso parlamentare, Brembo sceglieva di portare la proprio sede legale nei Paesi Bassi. Per alcuni giorni la maggiorazione del voto aveva quindi messo in secondo piano anche le discussioni sull'istituto della lista del cda, altro nodo chiave della contesa nelle partite Mediobanca e Generali, normato nel ddl Capitali con un emendamento dei relatori, approvato sempre nella seduta della commissione Finanze del Senato del 10 ottobre. Il testo approvato per normare la presentazione di liste del board uscente, al momento del rinnovo dei vertici delle quotate, è quello della riformulazione presentata dai relatori del ddl Capitali - i senatori Fausto Orsomarso di Fratelli d'Italia e Dario Damiani di Forza Italia - che ha recepito i correttivi chiesti dalla Lega, nella persona di Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze a Palazzo Madama.

Nella versione definitiva è stato alleggerito il quorum necessario per presentare i candidati del cda, portato a due terzi del board, ed è saltato il super-premio per le liste di minoranza che, se avessero superato il 20% dei voti in assemblea, avrebbero avuto diritto alla metà meno uno dei consiglieri.

Le modifiche agli statuti per adottare le nuove regole dovranno essere in vigore entro la prima assemblea del 2025, anno in cui si rinnova, tra gli altri, il consiglio d'amministrazione di Generali. Questa mattina, intanto il ddl Capitali conclude il suo iter in commissione, prima di andare in Aula a Palazzo Madama per terminare prima lettura.

Sul tavolo l'unico emendamento presentato dal governo: una delega all'esecutivo stesso per riformare il Testo unico della finanza (Tuf), risalente al 1998. Nella versione finale dell'emendamento si dovrà capire in che modo l'esercizio delle delega, che entrerà anche nel merito del governo societario, ad esempio sulle parti correlate, terrà conto dei contenuti già approvati del ddl Capitali. Secondo quanto spiegato dai relatori i punti fermi approvati in commissioni non saranno più affrontati. Ma per capire meglio occorrerà attendere il testo definitivo.

Tra le novità dovrebbe essere approvato un sub-emendamento alla proposta del governo, che allunga da 12 a 18 mesi i tempi per l'esercizio della delega. anche se resta l'orientamento da parte del governo a esercitarla nell'arco di un anno, presentando il prima possibile i decreti attuativi.

alu

MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)

1108:27 ott 2023

 

(END) Dow Jones Newswires

October 11, 2023 02:27 ET (06:27 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Brembo NV (BIT:BRE)
Graphique Historique de l'Action
De Juin 2024 à Juil 2024 Plus de graphiques de la Bourse Brembo NV
Brembo NV (BIT:BRE)
Graphique Historique de l'Action
De Juil 2023 à Juil 2024 Plus de graphiques de la Bourse Brembo NV