B.Mps: Tesoro fuori entro il 2024 (MF)
17 Octobre 2023 - 8:29AM
MF Dow Jones (Italian)
ROMA (MF-NW)--La privatizzazione del 64% di Mps detenuto dallo
Stato può avvenire entro il 2024. Il ministro dell'Economia ,
Giancarlo Giorgetti, ha risposto con un secco «sì» ai giornalisti
che ieri, in conferenza stampa sulla manovra di bilancio,
chiedevano chiarimenti sul programma di dismissioni per 20 miliardi
in tre anni previsto dalla nota di aggiornamento del Documento di
economia e finanza. (Nadef).
«Abbiamo un programma ambizioso di privatizzazioni, normalmente
questo termine dalle opposizioni viene definito con accezione
negativa, noi invece lo intendiamo in senso positivo. Per alcune
sono passaggi tecnici complessi, che richiedono tempo, altre
possono già traguardare dei risultati nel 2024», ha aggiunto il
titolare del Mef. Oltre a Mps, il Tesoro conta di incassare «le
disponibilità che deriveranno dalla privatizzazione di Ita», ha
sottolineato Giorgetti. «Spero che entro ottobre la notifica
formale venga finalmente fatta». Tuttavia i 325 milioni che
Lufthansa verserà per avere il 41% della compagnia aerea sono un
aumento di capitale riservato e finiranno direttamente nelle casse
del vettore, non in quelle dello Stato.
Intanto, venerdì 6 ottobre, il Tesoro, primo azionista al 64% di
Mps, aveva annunciato il processo di selezione per l'individuazione
dei consulenti finanziario e legale. Per l'uscita Via XX Settembre
ha messo sul tavolo diverse opzioni, a partire da un'offerta
pubblica ai risparmiatori (Opv) da fare in una o più fasi, accanto
alla vendita delle quote a investitori istituzionali o
un'operazione straordinaria come la fusione con un altro istituto.
Il primo passaggio sarà la selezione degli advisor che, secondo
quanto risulta a MF-Milano Finanza, dovrebbe avvenire entro fine
ottobre. Sul dossier ci sono tutte le principali banche
d'investimento e boutique italiane e straniere: Mediobanca, Equita,
Vitale & Co, Rothischild, Lazard, Bofa-Merrill Lynch, Citi,
Goldman Sachs, Barclays, SocGen e Jefferies. Alcune fonti di
mercato danno per favoriti Mediobanca, Equita e Bofa, anche se la
partita resta aperta.
Il passo successivo sarà il collocamento di una quota compresa
tra l'8% e il 15% di Mps. Per la cessione il prezzo ideale delle
azioni dovrebbe aggirarsi almeno intorno ai 3 euro, visto che
l'obiettivo del Tesoro è quello di ridurre quanto più possibile
l'impatto della minusvalenza derivante dalla cessione. Che il
valore delle azioni sarà il fattore discriminante è stato
sottolineato nei giorni scorsi dallo stesso Giorgetti: «Il
ministero dell'Economia uscirà da Mps quando è opportuno uscire,
realizzando anche un obiettivo di sistemazione del sistema bancario
italiano e quando il prezzo e le condizioni di mercato ci
sembreranno congrue», ha spiegato il ministro. Complessivamente
finora Siena ha drenato sette miliardi allo Stato. Considerando che
oggi in borsa la quota in mano al socio pubblico vale poco circa
due miliardi e che la cessione delle azioni avverrà a sconto, lo
Stato italiano potrebbe incassare una perdita di oltre cinque
miliardi di euro dall'intera partita senese.
Il passo conclusivo della exit sarà l'individuazione di un
partner bancario che rilevi la quota di maggioranza. In prima fila
c'è Unicredit che tuttavia difficilmente farà qualsiasi mossa prima
della nomina del nuovo consiglio di amministrazione, prevista per
aprile. Sul mercato circolano però anche altre ipotesi. Per esempio
sul dossier potrebbe intervenire una cordata capitanata da una
grande banca come Intesa Sanpaolo ma composta anche da istituti
medi come Banco Bpm e Bper.
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