Banche Popolari: il tetto sale a 16 mld (MF)
12 Octobre 2023 - 9:45AM
MF Dow Jones (Italian)
ROMA (MF-NW)--Non ci sarà alcuna dilatazione dei tempi per
riformare il Testo unico della finanza. La commissione Finanze del
Senato, che ieri ha approvato l'emendamento per delegare
l'esecutivo a riscrivere il Tuf del 1998, ha respinto l'ipotesi di
estendere a 18 mesi il tempo necessario a scrivere i decreti
attuativi, una volta approvato in via definitiva il ddl Capitali.
La proposta avanzata dall'opposizione, scrive MF-Milano Finanza,
chiedeva il coinvolgimento di esperti nella scrittura degli
attuativi, un po' sul modello seguito per la riforma del fisco.
L'intesa su questo punto non è stata trovata e salvo modifiche in
Aula a Palazzo Madama i mesi a disposizione del governo per varare
i decreti restano 12.
I principi contenuti nella delega sono abbastanza ampi e in
alcuni casi possono accavallarsi con altri articoli del ddl
Capitali, all'interno del quale la riforma del Tuf è stata
inserita. Resta ad esempio il riferimento agli interventi sulla
maggiorazione dei diritti di voto, in teoria già normata da un
emendamento, approvato, che dà alle società la possibilità di
prevedere un voto maggiorato con moltiplicatore dieci, da
raggiungere nel tempo, per i soci di lungo periodo. Il testo
prevede inoltre che la delega tratti di governo societario, in
accordo con i codici di autodisciplina, In questo campo potrebbero
aprirsi spazi per rivedere le regole della lista del cda.
Quest'ultimo punto è stato normato con un altro emendamento, che
ha a lungo frenato il cammino del disegno di legge per favorire la
competitività di Piazza Affari perché arrivato in un periodo caldo
di rinnovo dei vertici di Mediobanca, dove i candidati del board
uscente sono previsti, e perché in prospettiva potrebbe interessare
la collegata partita Generali (che ad aprile 2022 vide contrapposte
due liste, quella del board e quella degli azionisti forti, Delfin
e Caltagirone). Le nuove regole per la presentazione della lista
del cda entreranno infatti in vigore dal 2025, anno del rinnovo di
top manager del Leone.
Date le premesse, sottolineava la capogruppo del Pd in
commissione Finanze in Senato, Cristina Tajani, il rischio è che si
vada verso regole temporanee, pronte a durare lo spazio di pochi
mesi. Tra gli emendamenti approvati è anche passata la proposta
della Lega di alzare il tetto dell'attivo delle banche popolari. La
versione approvata porta la soglia dagli attuali 8 miliardi a 16
miliardi.
red
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1209:29 ott 2023
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