"Non posso accettare di concludere la mia esistenza sotto l'onta di una condanna tanto estranea al mio operato".

Questo il passaggio piu' significativo della dichiarazione spontanea rilasciata questa mattina dall'ex Presidente di Ifil (oggi Exor), Gianluigi Gabetti, che e' imputato insieme a Franzo Grande Stevens (ex a.d.) - con l'ipotesi di aggiotaggio informativo - nel processo d'appello legato all'equity swap strutturato nel 2005 con Merrill Lynch. Secondo l'accusa, il mercato non venne informato adeguatamente sul rastrellamento che la societa' americana aveva in corso sulle azioni Fiat, operazione di cui i vertici di Ifil

Il 24 agosto 2005, ha ricordato Gabetti "mi trovavo negli Usa. Quando ero partito dall'Italia mi ero lasciato con Franzo Grande Stevens con l'intesa che egli avrebbe incominciato a verificare la possibilita' di utilizzare azioni costituenti oggetto di una operazione di equity swap, che sarebbe scaduta nel 2006 e in corso tra Exor e Merrill Lynch, per evitare una diluizione della quota di Ifil nel capitale Fiat. Di tutto cio' avremmo poi parlato al mio rientro in Italia".

Fino a quel giorno, secondo la ricostruzione del Presidente onorario, "non ebbi alcun contatto con Grande Stevens e non seppi nulla di suoi incontri e colloqui con dirigenti e funzionari della Consob. Il 24 agosto, verso le 08h00 del mattino, mia figlia Cristina mi avverti' di una chiamata telefonica dall'Italia e seppi cosi della richiesta di comunicato da parte della Consob e della risposta che era stata gia' preparata. Appresi anche in quella occasione che la risposta era stata approvata da Grande Stevens. Mi misi quindi in contatto con lui; appresi molto sommariamente dei rapporti che egli aveva avuto con Consob ed ebbi la rassicurazione che il testo del comunicato era gia' noto a Consob ed era coerente con quanto aveva costituito oggetto dei suoi contatti" con la Commissione di Vigilanza.

"Da parte mia", ha spiegato ancora Gabetti, "fui rassicurato dalla constatazione che il comunicato avrebbe contenuto un chiaro riferimento alla determinazione di Ifil di rimanere azionista di riferimento di Fiat. Questo concetto mi apparteneva in modo particolare ed era stato reso pubblico da me in piu' di una occasione. La sua riproposizione nel comunicato costituiva per me una indicazione chiara e incontrovertibile dell'obiettivo che Ifil si era proposta anche in riferimento alle problematiche connesse alla scadenza del convertendo e mi sembro' quindi che informazione piu' eloquente al mercato non potesse essere data".

"Proprio per questi motivi", ha puntualizzato il presidente onorario della cassaforte di casa Agnelli, "a tutto ho pensato quella mattina meno che il comunicato, cosi' come formulato, potesse far sorgere il pericolo di sensibili alterazioni del prezzo dei titoli Fiat e, a maggior ragione, non sono stato mosso da alcuna intenzione di influire in modo forviante sull'andamento del prezzo dei titoli, ne' sono stato sfiorato in alcun modo dal dubbio che un tale evento potesse verificarsi".

"Tenendo conto dei problemi che avrebbero dovuto essere messi sul tappeto e superati prima di poter giungere a una qualche soluzione, non immaginando neppure a quali studi o iniziative in quel momento potesse farsi riferimento, non pensai neppure lontanamente che il comunicato non fosse corretto ed esaustivo. Non so veramente che altro avrei potuto fare o dire sulla base delle informazioni a me disponibili", ha concluso Gabetti. ofb glm

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