John Elkann nei giorni scorsi aveva fatto visita al presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano per illustrare le ragioni del
raddoppio, dal 10,4% al 20,1%, di Fiat nel capitale di Rcs
Mediagroup in concomitanza dell'aumento di capitale.
Ora, si legge su MF, l'antagonista principale, ossia Diego Della
Valle (8,81%), scrive una lettera aperta al Colle per chiedere
l'intervento diretto, visto il silenzio della politica. Cosi', con
l'appello alla piu' alta carica dello Stato, lo scontro al calor
bianco su Rcs sale di tono. Il tutto dopo che in mattinata l'ad di
Fiat Sergio Marchionne aveva definito l'investimento da 90 milioni
nel capitale di Rcs "strategico" mentre il presidente d'onore di
Exor, Gianluigi Gabetti aveva sottolineato come "John (Elkann) ci
sa fare, Rcs e' in buone mani".
Per l'imprenditore marchigiano "e' in pericolo la liberta' di
opinione di un pezzo importante della stampa italiana e, vedendo
che sulla questione Rizzoli e' gia' stato coinvolto da altri, anche
io e credo molti italiani abbiamo bisogno di conoscere il Suo
pensiero", scrive all'inizio della lettera che domani comparira' su
molti quotidiani, tranne proprio che sul Corriere della Sera. "In
atto non c'e', per quanto mi riguarda, nessuna disputa o
competizione personale con alcuno. Ô mia ferma convinzione che in
un Paese democratico la stampa debba essere indipendente e libera
di esprimere le proprie opinioni senza vincoli o pressioni e nel
caso specifico del gruppo Rizzoli bisogna evitare che chiunque
tenti di prenderne il controllo per poterlo poi utilizzare come
strumento di pressione".
"La situazione per me auspicabile, non essendoci editori puri
disponibili, sarebbe quella di trovare un gruppo di investitori
privati, liberi, italiani che abbiano come unico obiettivo quello
di far tornare la societa' competitiva". Ma a questo punto "sarebbe
necessario che noi tutti, il gruppo che io rappresento, la Fiat,
Intesa e Mediobanca, invece di rafforzare le nostre posizioni,
facciamo un passo indietro e lasciamo completamente l'azionariato
del gruppo liberandolo cosi' da tutte le vecchie polemiche e da
tutte le dietrologie di ogni tipo", si legge in un altro passaggio
della lettera aperta. "Mi sono rivolto a Lei perche' per ottenere
tutto questo, considerando l'attuale indisponibilita' di alcuni dei
protagonisti a seguire questo percorso, c'e' bisogno di una voce
forte al di sopra delle parti e della massima autorevolezza che lo
richieda nell'interesse di un processo indispensabile di
modernizzazione del Paese".
Infine l'affondo: "Signor Presidente, l'esito di questa
questione non riguarda soltanto Rcs ma sara' interpretato da molti
italiani come un segnale forte per capire se veramente si vuole che
il Paese cambi, si modernizzi e migliori o se invece lo si vuole
lasciare a chi ha contribuito fortemente a portarlo nelle precarie
condizioni in cui si trova. Ora e' il momento di dimostrare che chi
guida il Paese non ha piu' sudditanze verso nessuno e che si
concentrera' invece nel sostenere sempre di piu' chi e' orgoglioso
di essere italiano e vive ora momenti molto difficili e spesso
drammatici. Vedere inoltre in questa occasione il totale silenzio
della politica vecchia e nuova e' un fatto inspiegabile e molto
preoccupante per la democrazia e mi ha convinto ancora di piu' a
rivolgermi a Lei e all'autorevolezza che la Sua persona e il Suo
ruolo rappresentano". red/mur