La Citta' di Torino si appresta a commemorare una delle figure
piu' importanti della sua storia, quel Gianni Agnelli noto a tutti
gli italiani come l'Avvocato e a tutto il mondo come uno dei
personaggi emblematici non solo dell'imprenditoria ma della
societa' del Bel Paese nel suo complesso.
Domani ricorre il decennale della scomparsa dell'Avvocato e la
citta' sabauda, gia' nel 2003 capace di una dimostrazione di
affetto sorprendente, sara' il teatro di una commemorazione laica e
religiosa alla presenza della massima carica della Repubblica, il
presidente Giorgio Napolitano. La commemorazione iniziera' alle
11h00 nel Duomo con la santa messa concelebrata dall'arcivescovo di
Torino, Cesare Nosiglia, e proseguira' alle 12h00 con la cerimonia
laica organizzata presso il vicino Palazzo Madama. Oltre a
Napolitano e' attesa la presenza di alcuni ministri come Francesco
Profumo, Elsa Fornero e Vittorio Grilli, mentre le istituzioni
locali saranno rappresentate dal sindaco Piero Fassino e
probabilmente dal presidente della Regione Roberto Cota. E'
ovviamente attesa la presenza di diversi rappresentanti
dell'imprenditoria torinese, dei vertici dell'amata Juventus, di
buona parte della famiglia Agnelli, oggi guidata dal presidente di
Fiat, John Elkann, e di alcuni dei personaggi che hanno legato la
propria storia alla Fiat e all'Avvocato come Franzo Grande Stevens
e Gianluigi Gabetti. Non dovrebbe mancare neanche il numero uno del
Lingotto, Sergio Marchionne.
Di Gianni Agnelli si e' scritto di tutto a conferma di quanto
sia stato rilevante un personaggio che ha arricchito le pagine di
libri, giornali e rotocalchi e rappresentato nel cosiddetto "secolo
breve" l'intera Italia al punto da essere considerato il "re senza
corona" della nazione: dalla sua passione per lo sport e la
Juventus alle sue amicizie internazionali, a partire dai Kennedy e
da Henry Kissinger, dal suo esempio di stile ai suoi gusti
artistici, dalle sue iniziative manageriali alla sua vita privata,
dai gossip alle battaglie sindacali, dall'ironia delle sue
dichiarazioni ai giudizi taglienti verso la politica e non
solo.
Ma la storia dell'Avvocato e' soprattutto la storia della Fiat,
la maggior azienda manifatturiera privata e fulcro di uno sviluppo
economico che ha portato, con il miracolo economico del dopoguerra,
a trasformare nel giro di pochi anni una nazione agricola in uno
dei principali attori della scena mondiale. I legami, sia positivi
che negativi, tra il Lingotto e l'Italia hanno spinto osservatori,
storici e opinionisti a mutuare per il Bel Paese l'adagio in voga
negli anni '50 sulla General Motors e gli Stati Uniti. "Quello che
va bene per General Motors va bene per l'America" e' diventato
"quel che e' bene per la Fiat, e' bene per l'Italia". Un lungo fil
rouge lega d'altro canto la Fiat e gli Stati Uniti sin dalla visita
del fondatore Giovanni Agnelli degli stabilimenti di Detroit della
Ford per apprendere le pratiche del Fordismo poi applicate nella
storica fabbrica del Lingotto. E proprio gli Stati Uniti hanno
sempre rappresentato il sogno imprenditoriale dell'Avvocato di
vedere una Fiat di successo sul mercato nordamericano come sta
avvenendo oggi con l'operazione Chrysler. "Adesso e' diventato piu'
di un sogno. Se guardiamo i risultati di Fiat il 60% dei volumi del
2012 provengono dal mercato nordamericano. Il sogno e' divenuto
finalmente realta'", ha dichiarato pochi giorni fa l'attuale numero
uno del gruppo torinese. red/mur rosario.murgida@mfdowjones.it