Ne bis in idem, non e' possibile essere giudicati due volte per il medesimo reato. E' rifacendosi a questo principio cardine dei diritto - riconosciuto anche dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo - che Cesare Zaccone e Michele Briamonte, difensori di Franzo Grande Stevens, unitamente a Franco Coppi e Marco Ferrero che difendono Gianluigi Gabetti e a Guglielmo Giordanengo che rappresenta Exor e l'accomandita Giovanni Agnelli, hanno chiesto che il nuovo processo ex Ifil-Exor non si svolga.

"Esiste un nuovo atto, datato 24 gennaio 2013, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo dichiara ricevibile il ricorso presentato da Franzo Grande Stevens sulla pretesa violazione" dell'articolo che prevede la non processabilita' per lo stesso fatto nei confronti di chi e' gia' stato giudicato, ha infatti puntualizzato Briamonte durante l'udienza di questa mattina.

"Eccepiamo l'illegittimita' costituzionale del processo" ha proseguito ancora Briamonte, ricordando che la sanzione comminata a suo tempo da Consob "e' di natura afflittiva; oltre a 3 milioni di euro, l'ente ha ordinato per gli imputati la sospensione dalla capacita' di rivestire ruoli in societa' quotate". ofb

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