Pochi imprenditori al mondo conoscono il settore automobilistico globale in maniera approfondita come il presidente di Brembo, Alberto Bombassei. L'industriale bergamasco ha trasformato l'impresa di famiglia in un colosso dei sistemi frenanti a livello mondiale e proprio in questa veste ha da sempre un contatto diretto con i principali ceo del settore a cominciare dal numero uno di Daimler, Dieter Zetsche, e dall'a.d. di Fca, Sergio Marchionne. E, in questa intervista rilasciata a Milano Finanza, illustra la sua visione.

Domanda. Il tribunale di Lipsia in settimana ha stabilito che sarà possibile vietare i diesel nei centri storici in Germania. Secondo Lei cosa significa questa mossa?

Risposta. Ero a Stoccarda alla Daimler in questi giorni e Zetsche non si è nascosto. A chi gli chiedeva cosa pensasse di quella sentenza, la sua risposta è sempre stata: «Questo è un problema». E badi bene mi è sembrato molto più preoccupato del verdetto della corte di Lipsia piuttosto che dell'entrata a sorpresa della cinese Geely nel capitale di Daimler , dove ora è prima azionista. Su questo secondo punto Zetsche era molto sereno.

D. Da dove nasce la preoccupazione del capo di Daimler ?

R. La sentenza ha segnato il destino del diesel: progressivamente andrà a morire. Ma questo passaggio dovrà essere gestito molto bene perché rappresenta uno sconquasso del nostro modo di vita. Pensi soltanto a un autocarro che non può entrare in città per scaricare le proprie merci. Bisognerà pensare a una rete di veicoli elettrici che portano il carico a destinazione. È una sentenza destinata a rivoluzionare il settore e deve essere gestita molto bene perché in bilico ci sono molti posti di lavoro. È una materia che dovrebbe essere regolata a livello europeo, data la vastità delle parti coinvolte. E invece il Tribunale di Lipsia ha dato facoltà di legiferare alle singole amministrazioni cittadine.

D. Come immagina il futuro del settore auto nel medio termine?

R. Il diesel ha ormai il destino segnato e il futuro sarà sempre più elettrico. Ma si tratterà di un passaggio graduale. Credo che per i prossimi 20 anni la tecnologia dominante sarà quella ibrida. Poi per esempio c'è da tenere in considerazione anche quella a idrogeno, su cui Toyota sta puntando molto e non credo che lo facciano per niente.

D. L'elettrico in Italia, però, stenta a decollare.

R. Il nostro Paese non è un caso isolato. La tecnologia dei veicoli elettrici a oggi rappresenta poco più dell'1% del totale dei circa 100 milioni di veicoli venduti nel mondo. Credo che l'obiettivo grande che gli accordi Cop si sono dati è la decarbonizzazione dell'attività umana. La neutralità tecnologica è il principio guida della scienza e dell'innovazione e guai a chi pensa di avere già oggi in tasca la chiave del futuro della mobilità. Non mi stupisco quindi che l'elettrico stia prendendo piede lentamente. È un settore ancora molto immaturo e che necessita di forti investimenti. Chi oggi predica che basterebbe aggiungere punti di ricarica nelle città per vederlo decollare dice una grossa ingenuità, forse neppure troppo disinteressata.

D. Lei ha anche un passato in politico, in Scelta Civica. Dopo il raid di Geely su Daimler la Germania sta pensando di introdurre norme per evitare manovre all'oscuro del mercato. A suo avviso c'è la necessità di proteggere le imprese europee?

R. Non possiamo correre una gara di velocità con gli scarponi ai piedi. Dobbiamo attrezzarci in ogni modo poiché mentre ci guardiamo l'ombelico nei singoli Stati, Cina e in prospettiva India stanno prendendo velocità anche con qualche gomitata ai fianchi degli avversari.

D. In settimana indiscrezioni di stampa hanno riportato di un possibile interesse di Brembo per Magneti Marelli, la società di lighting che Fca potrebbe mettere sul mercato. Può fare chiarezza?

R. Sulla mia scrivania non c'è nessun dossier Magneti Marelli. Noi non siamo interessati alla controllata del lighting del Lingotto.

D. Altri rumor hanno indicato invece che ci potrebbe essere un piano orchestrato dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) per rilevare la Marelli. A lei risulta qualcosa?

R. Noi abbiamo un rapporto frequente con la Cdp per via delle nostre attività e le posso assicurare che io non ho sentito nulla sulla questione Magneti Marelli.

D. Come finirà allora la vicenda Marelli?

R. Ho un ottimo rapporto con Marchionne e quando l'ho sentito un mese fa mi è sembrato abbastanza sereno sul fatto che il piano procederà come previsto: ovvero ci sarà lo scorporo e poi la quotazione. (riproduzione riservata)

red/cce

 

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March 05, 2018 02:27 ET (07:27 GMT)

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